umbertoferrando
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écrit le Monday 11 Aug 08, 15:45 |
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Luc de Provence a écrit: | Très instructif, merci. |
Dipende da che si intende per "monegasco", se intendiamo la parlata della rocca di Montecarlo e immediati dintorni allora questa indubbiamente è un dialetto ligure (intemelio), ma era anche la parlata della famiglia Grimaldi (che vi fu insediata dai genovesi all'inizio del XIV secolo) mentre nel resto del territorio si parlava diversamente... infatti nella prima della metà del XIX secolo, nel territorio del vecchio Principato di Monaco (allora compreso tra Grimaldi e Cap Martin) si parlavano sia il monegasco, sia il mentonasco (che si parlava e ancora si parla anche a Gorbio e Castellar). Il mentonasco oggi ha uno statuto incerto, infatti pur avendo un lessico fortemente influenzato dal ligure intemelio (e in misura minore dalle parlate di tipo ligure-alpino della val Roya), è anche ricco di imprestiti vivaro-alpini (quindi occitani), inoltre ha una fonetica più affine a quella occitana che a quella ligure, tuttavia possiede anche una sintassi (a livello di flessione verbale e nominale) di tipo gallo-italico (e quindi affine a quella del ligure). Accademici come Pierre Bec e Werner Forner si sono confrontati con il problema del mentonasco e del monegasco: il primo sosteneva che Monaco, di fatto, era un "isolato" linguistico ligure in area già occitana, il secondo che il confine linguistico andava collocato nei dintorni di Cap Martin e che i tratti occitani del mentonasco furono "acquisiti" in seguito, quando il Principato di Monaco passò sotto l'influenza politico-economica della Contea di Nizza e del Ducato di Provenza prima e del Ducato di Savoia poi... Insomma se ci sono state delle controversie e delle dispute, anche accese, questo conferma una mia personale opinione, ossia che le "frontiere linguistiche" non si tirano con riga e compasso e non si costruiscono con cemento e cazzuola...
A presto |
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